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Turchese

Il Popolo Seduto ha sempre accompagnato la pratica sciamanica, infatti in ogni rituale, cerimonia, manufatto, c’è sempre la saggezza millenaria di un minerale. Tra questi c’è Il turchese o la turchese (Generalmente, il nome al femminile “la Turchese” viene riservato alle gemme di colore intenso mentre, con il nome al maschile “il Turchese”, si indicano le gemme tendenti al verde-azzurro chiaro). La sua storia è molto interessante, infatti basti pensare che nel II millennio a.C., i Maya consideravano la Turchese più pregiata dell’oro. In Egitto la dea Hathor era nota come Regina della Turchese, e molti studiosi ritengono che sia questo il motivo per cui venivano rappresentati con questa gemma gli scarabei sacri dedicati al dio Ra. In effetti gli egizi la conoscevano e utilizzavano già 5000 anni fa ed era nota con il nome “mefkat”, “gioia” e “delizia”. Anche Aristotele subì il fascino di questa bellissima gemma, ed arrivò a scrivere che essa protegge dal morso dello scorpione e addirittura dalla morte. I Romani apprezzavano così tanto la Turchese da associarla a Venere, la dea dell’Amore, e la indossavano appunto il venerdì giorno sacro alla dea. Per i Navajo, questa pietra era il contenitore degli spiriti di tutti gli animali. Gli indiani d’America, infatti, indossavano spesso collane di perline in Turchese, nella convinzione di propiziare la caccia e abbonire il dio della pioggia e dei venti, cosa che facevano gettando una di queste gemme in acqua. 


Come utilizzare il turchese nella cristalloterapia: rilassa la mente e il corpo, aiuta a “ricentrarsi” e ritrovare il proprio equilibrio emotivo. Aiuta a sviluppare le capacità medianiche, di preveggenza e intuitive. Vibra con il chakra della gola, del cuore e del terzo occhio. Rende più compassionevoli e facilita il perdono. È una pietra che vi porta a cercare e comprendere il nocciolo dei problemi in modo da risolverli e lasciarli andare. Protegge dai vampiri manipolatori.


Come utilizzare il turchese nella pratica sciamanica: insieme allo zaffiro, rubino e smeraldo, il turchese è tra i quattro Re delle pietre sciamaniche. Può essere utilizzato nella Ruota di Medicina, posizionandolo a sud per rappresentare l’acqua. Oppure portato addosso durante i  viaggi sciamanici, come ad esempio per il Mondo di Sotto per la ricerca del proprio totem animale, o per il Mondo di Sopra, per il Luogo di Servizio o per il Mondo di Mezzo durante i viaggi “in cordata” https://www.sciamanizainiinspalla.it/post/il-viaggio-sciamanico-per-la-comunit%C3%A0 , viaggi per altre persone o viaggio incrociato https://www.sciamanizainiinspalla.it/post/l-etica-e-il-saper-viaggiare-per-qualcun-altro


Come usare il turchese sia in cristalloterapia che nella pratica sciamanica: la pietra turchese viene ritenuta un amuleto protettivo, dai poteri energetici elevati che lavora su piani sottili; infatti, viene spesso incastonato in anelli da indossare nel quotidiano. Inoltre si pensa sia in grado di vegliare l’anima anche nell’aldilà, ecco perché spesso veniva posizionata all’interno delle tombe (non solo egizie).


Per saperne di più dal punto di vista sciamanico: https://www.sciamanizainiinspalla.it/

Per saperne di più dal punto di vista cristallo terapeutico e dove trovarla: https://inpuntadistelle.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1741434960.0001659393310546875000

 

 

Prossimo seminario sul Viaggio Sciamanico: 22 e 23 marzo a Genova https://www.sciamanizainiinspalla.it/


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